La sua eredità
Tutto quello che oggi la Fondazione rappresenta e realizza è grazie al lavoro e al percorso di vita di Carlo Marazzato, alla cui memoria la Fondazione stessa è intitolata.
Un uomo che ha fatto del lavoro e della famiglia i capisaldi della sua esistenza, spendendosi ugualmente per entrambi senza riserve, un uomo della generazione che ha ricostruito l’Italia, la stessa che guidava i mezzi che oggi ci occupiamo di preservare.
“Il mio amore per i camion del passato risale al 2008, poco dopo la scomparsa di mio padre Lucillo. Al tempo avevo a disposizione un mezzo storico pesante che mi era servito per festeggiare i cinquant’anni dell’azienda. Da quello sono partito acquistando, conservando e riesumando tutto quello che ritenevo appetibile per testimoniare quella formidabile epoca.
Da uno son passato a due, poi dieci, venti. Pian piano sono poi riuscito a raccoglierne duecento, oggi perfettamente restaurati: meccanica, carrozzeria, interni. Di questi la maggior parte è targata, ma ce ne sono ancora un centinaio in attesa di ritorno alle condizioni d’origine.
Nato e cresciuto nell’azienda, ho sempre ascoltato con interesse gli aneddoti raccontati dai vari autisti, primi utilizzatori di questi mezzi. Quando è stato il momento di lasciare spazio ai giovani, ai miei figli, ho pensato di cominciare a mettere mano al passato per ricordare chi c’è stato prima di noi. Quindi, come impegno non ho visto altro che riparare o ristrutturare giganti della strada d’un tempo.
Il ‘Fiat 680’ è stato il primo camion dell’azienda ‘Marazzato’, fondata il 17 maggio del 1952.
Lo custodisco gelosamente, accanto a un altro esemplare importante per la storia dei trasporti su gomma e della nostra Famiglia: un ‘Isotta Fraschini’ musone dal colore aziendale blu. Il primo veicolo merci da me acquistato nel 1968 come ditta ‘Marazzato Carlo’ proprio per avere la licenza di trasporto con cui esercitare l’attività.
Siccome funzionava, l’ho sempre utilizzato, modificato e riutilizzato all’interno dell’azienda fin quando poi l’abbiamo messo a riposo negli Anni Novanta. Detto questo, è il camion che più mi ricorda mio padre. Fu, tra i primi autocarri che guidò negli Anni Quaranta, quello che più gli ha dato soddisfazione. Ne era innamorato. Quello con cui inaugurai i restauri, seguito dal ‘680’: le matricole numeri uno e due del ‘Gruppo Marazzato’. Entrambi portano con sé un carico di bei ricordi.
È questo il mio modo per mantenere viva la sua memoria. Di lui che, subito dopo la guerra, s’ingegnò come poteva cominciando con un camion. E via via crescendo nei decenni insieme a noi figli e con i miei tre ragazzi: dai primi trasporti di ogni genere sino alle bonifiche ambientali di un certo livello.
Detto questo, tutti i mezzi pesanti hanno una storia: idem le persone che li hanno vissuti. La mia collezione è partita proprio per ricordare chi li ha progettati e costruiti. Carrozzieri in primis, ovvero i realizzatori dei vari allestimenti operativi: dalle dotazioni in uso ai Vigili del Fuoco agli spurghi, agli usi edili, commerciali, per lavorazioni speciali e via dicendo.
Di un medesimo autocarro ho preservato versioni differenti: cisternati, cassonati, ribaltabili, bilici, motrici e trattori stradali. L’immaginazione dell’uomo ha modificato per ogni mezzo quella che è la struttura base: adattandola alle più svariate esigenze perché fosse utile alla vita della collettività di allora.”
Carlo Marazzato ha vissuto ogni giorno diviso, con amore, tra due mondi: il lavoro e la famiglia. Con la stessa dedizione, la stessa forza, lo stesso rispetto. È stato uno di quegli uomini capaci di guardare avanti senza dimenticare da dove si viene. Ha contribuito a ricostruire il Paese, a innovare un’impresa, e a coltivare affetti profondi e duraturi.
La Fondazione
Nata per volontà della famiglia, oggi la Fondazione è il cuore culturale e sociale del Gruppo Marazzato.
“Quando ho lasciato spazio ai miei figli, ho cominciato a mettere mano al passato per ricordare chi c’era prima di noi.”
Carlo Marazzato
Carlo Marazzato nasce a Banchette, primo figlio di Lucillo Marazzato, seguito dal fratello Giorgio. Fin da bambino vive tra i motori e dai banchi di scuola guarda con invidia la vicina officina.
1946Dopo aver prestato servizio presso il Reggimento Logistico "Taurinense" di Rivoli entra insieme al fratello Giorgio nell’azienda di famiglia, che nel frattempo si è stabilita a Borgo Vercelli.
1967Lucillo Marazzato decide di trasformare la ditta di trasporti in un’impresa di servizi ambientali, aprendo nuove strade al Gruppo. Carlo coglie al volo l'opportunità guidando la nuova azienda per oltre vent'anni.
Anni ‘70Lucillo si ammala e Carlo abbandona temporaneamente la guida del Gruppo per stargli vicino. Al suo rientro scopre che i figli hanno sapientemente raccolto i suoi consigli e decide così di passare loro il testimone, dedicandosi alla sua grande passione: i mezzi storici.
Anni ‘00Fonda l’associazione 4 Assi Più, con cui organizza raduni e piccoli eventi. La sua collezione supera i 250 veicoli, un archivio vivente del trasporto italiano.
2012–2022Carlo viene a mancare all’età di 75 anni dopo una breve malattia. I figli e la moglie decidono di prendersi cura di questa importante e ingombrante eredità, fondando la Fondazione per custodire e condividere il suo sogno.
2022Dietro ogni mezzo restaurato c’è una vita vissuta sulla strada: chilometri, mani sporche, motori accesi all’alba.
La Collezione Marazzato è un omaggio a tutto questo. Un museo vivo, nato dall’amore di Carlo per il passato.
Sostenere la Fondazione significa dare continuità a una visione fatta di impegno, memoria e futuro.
Con il tuo aiuto, possiamo conservare e condividere questo patrimonio con scuole, famiglie e comunità
Scopri i due principali rami di attività: l'ambiente e la cultura d'impresa.